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22.
Al signor conte Ercole Tassone, dicendo che per la lontananza de la sua
donna è mancata la sua luce ma non il suo ardore.
Tasson, qui dove il Medoaco scende
A dar tributo d’acque dolci al mare,
Al crud’Amor d’onde turbate e amare
4Da me tributo non minor si rende;
E tra queste ombre, ove non luce e splende
Raggio che le mie notti apra e rischiare,
Cerco il mio Sol, né suo vestigio appare
8Se non l’ardore onde mill’alme accende;
Che scorgo appresso il foco, ovunque io guarde,
Che già diffuse sua beltà fra noi,
11E descritto si legge in mille carte.
Lasso! ei ben volle in sua memoria parte
Di quel lasciarne ond’uom si strugge ed arde,
14Ma tutti portò seco i raggi suoi.
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