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392.
[Ad istanza di Guido Coccapani.]
Donna, di me doppia vittoria aveste
Prima con la beltà, poi col diletto
Quando il mio amor gradiste e ’l nobil petto
4Vostro al mio fido per pietà giungeste.
Il mio cor servo allor cosí vi féste
Ch’altro mai d’altra piú non fu soggetto:
Sí che del pensier nulla e de l’affetto
8Che non sia vostro in me par che non reste.
Ma, perché perda io pur la vostra vista
E i vostri abbracciamenti, or di sé stesso
11Alcuna parte il cor già non racquista;
Anzi è vostro lontan come da presso,
Ed arde sí che fiamma egual mai vista
14Non fu in Sicilia ov’è il gigante oppresso.
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