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411.

Ad istanza del signor Giulio Mosti.


Né ’n formar bella notte unqua colori
  Cosí vaghi pittor tempra e confonde,
  Né mesce a sí bei lumi ombre profonde
  4Se stella finge che l’illustri e ’ndori,
Come di belle membra i bei candori
  E ’l lucido òr di crespe chiome bionde
  Leggiadramente in un bel nero asconde
  8Madonna e ne lo scopre in parte fuori.
E ben l’arte è gentil ch’ingegno aduna
  E conforta gli spirti offesi erranti,
  11Ch’abbaglia il crin dorato e ’l sen disperde.
Pur l’arte cede a la natura, e perde
  Dal magistero tuo, che scintillanti
  14In bianco giro due pupille imbruna.


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