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424.

[Ad istanza di una gentildonna.]

1.


Misera, io ti perdei!
  Tu perdesti la fede,
  Perdé la gloria del suo regno Amore:
  Qual fu danno maggiore?
  5Pur non agguagli i tuo’ dolor co’ miei.
  Ahi! stolto è ben chi t’ama e chi ti crede,
  Disleal cavaliero,
  A cui gloria non dà ma biasmo il vero.


425.

2.


Or ch’è morta la fede.
  Come sperar poss’io?
  Come vive l’amor, come il desio?
  Né t’amo piú né spero,
  5Infedel cavaliero,
  Ma vendicarmi io penso o morta o viva,
  Ché tu di fede ed io d’amor son priva:
  O già pietoso or fero,
  Perché morta è la fede e fui tradita,
  10Pera l’amore o la ritorni in vita.


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