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429.

[Nel medesimo argomento.]


Ne l’età tua piú bella e piú fiorita,
  Donna, fusti negata a la mia fede
  Di cui tu sola degna eri mercede,
  4E con altrui non egualmente unita.
Né d’amarti io rimasi; e la mia vita,
  Furando quel che fuor s’ascolta e vede,
  Qual uom nudrii che per timor non chiede,
  8In sin che Morte a noi t’ebbe rapita.
Ti rapí morte allor che ’l caro pondo
  Ti gravò troppo il giovinetto seno,
  11Onde lasciasti il dolce parto e ’l mondo,
E me, ch’insieme partir volli e freno
  Duro mi tenne a forza; ed or secondo
  14Vorrei venir dietro a’ tuoi passi almeno.


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