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430.
Ad istanza d’un amico.
Aure de la mia vita, aer sereno
Che prima i’ trassi, chiare e lucid’onde,
Felici colli, avventurose sponde,
4Fortunato paese, almo terreno;
O padre, e tu che mi nutristi in seno,
Daria mi chiama: al suo chiamar risponde
La lingua e ’l cor che non ha luce altronde,
8E dove sferza Amor non vale il freno.
Dunque restate, e ’n voi pietà raccoglia
Gli onesti miei sospiri e ’l casto pianto
11Or ch’a lagrime nove egli m’invita.
Perché vada i’ non so, ma questa spoglia
M’è grave incarco, e, s’io le moro a canto,
14Da lei sarà la morte almen gradita.
431.
Nella caduta d’una donna ed un suo innamorato l’aiuta a levare.
Cadde madonna, ed io le diedi aita
Come volle fortuna anzi l’Amore
Ch’in quel punto mi fece eterno onore;
4Ma pur le disse la mia lingua ardita: —
Rime di T. Tasso, II. | 30 |
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