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436.

[Ad istanza di...]


Piú cólta penna mai piú care note
  Non scrisse in carta o ver piú bianca mano,
  Né mai piú dolce affetto in core umano
  4Fra speranza e piacer sospende e scote.
Quivi lo segna Amore, e nulla or pôte
  Piú da lei separarmi o far lontano,
  Ch’in me la porto e stringo a mano a mano
  8E sento allor nove dolcezze ignote,
Novi vaghi pensier, novi desiri:
  E par che Doralice in lui si scriva
  11Con l’armonia di voci e di sospiri.
E l’imagine sua leggiadra e schiva
  Ella vi forma; e perché intenda e spiri
  14Pinge sé stessa, anzi fa bella e viva.


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