< Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

— 40 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:48|3|0]]

E ristorò gli spirti, e ’n me sopita
  La doglia a nova speme aprí le porte:
  E cosí ne l’imagine di morte
  8Trovò l’egro mio cor salute e vita.
Ella, volgendo gli occhi in dolci giri,
  Parea che mi dicesse: — A che pur tanto,
  11O mio fedel, t’affliggi e ti consumi?
E perché non fai tregua a’ tuoi sospiri,
  E ’n queste amate luci asciughi il pianto?
  14Speri forse d’aver piú fidi lumi? —


[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:48|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.