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Acque d’Adria turbate,
  Spegnerete il mio foco
  Che per vaga bellezza il cor m’ingombra?
  30E voi che ne portate,
  Venti, di loco in loco,
  Talor di nube o di gran nebbia a l’ombra?
  O pur là dove adombra
  Un bel monte su ’l mare,
  35O presso a qualche scoglio
  Sapranno il mio cordoglio
  I piú deserti lidi e l’onde amare;
  E ne la notte bruna,
  E nel silenzio suo l’amica luna?
40E ’l caro e dolce nome,
  Ove nessun risponde
  A le dolenti voci, intorno udrassi,
  E com’io l’ami e come
  N’arda, l’arene e l’onde
  45Udranno e i muti pesci e i nudi sassi.
  Forse gli spirti lassi
  Deporran questa salma
  De le membra gravose,
  E con l’ale amorose
  50A lei ritornerà volando l’alma,
  Come suo paradiso
  Siano i begli occhi e ’l dolce seno e ’l viso.
Ohimè, chi mi costringe
  A vaneggiar sovente
  55Di pensier in pensier, di duolo in duolo?
  Perché non mi dipinge
  L’innamorata mente
  A le dolcezze mie piú lieto volo?
  E ch’io mi goda solo
  60Di cose amate e belle,
  Pure dolci e soavi,
  Da cavalli e da navi


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