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454.
Ad istanza di Matteo di Capua principe di Conca
per donna Laura Filomarino.
1.
Era già l’alma inferma e fere scorte
Giva omai ricettando il cor doglioso,
E nel languido suo stanco riposo
4Cinto l’avea d’intorno oscura morte,
Allor che ’l sogno da l’eburnee porte
A me volò, del mio languir pietoso
E de l’amor, ch’in alta parte ascoso
8Ove piú ’l celo ivi è piú fero e forte;
E in sí care sembianze e ’n sí gradita
Voce parlò, ch’innanzi aver mi parve
11Colei che m’addolcisce il grave affanno.
O d’Amor caro e di natura inganno,
Ben deggio molto a voi, cortesi larve,
14Se falsa immago dar può vera vita.
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