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34.
Appressandosi alla sua donna dice a’ suoi pensieri ed a’ suoi affanni
che si partano da lui.
Fuggite, egre mie cure, aspri martiri,
Sotto il cui peso giacque oppresso il core,
Ché per albergo or mi destina Amore
4Di nova speme e di più bei desiri.
Sapete pur che, quando avvien ch’io miri
Gli occhi infiammati di celeste ardore,
Non sostenete voi l’alto splendore
8Né ’l fiammeggiar di que’ cortesi giri,
Quale stormo d’augei notturno e fosco
Battendo l’ali innanzi al dí che torna
11A rischiarar questa terrena chiostra.
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