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42.

Dice a la sua donna d’esser acceso da la sua beltà ne la maggior

asprezza del verno.


Quel d’eterna beltà raggio lucente
  Che v’infiora le guance e gli occhi alluma
  In questa nubilosa e fredda bruma
  4Scalda la mia gelata e pigra mente;
E sveglia al core un desiderio ardente
  Onde, qual nuovo augel che l’ale impiuma,
  Volar vorrebbe e quasi leve piuma
  8Quinci il pensier quindi il voler ei sente.
E voleria dove le stelle e ’l sole
  Vedria vicine, e co’ soavi giri
  11Fra sé l’agguaglieria de gli occhi vostri:


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