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61.
Continua ne l’istesso soggetto mostrando d’aver infinito dolore per la
lontananza de la sua donna; onde è ragionevole ch’ella sia tanto
pietosa quanto egli è dolente.
Or che lunge da me si gira il sole
E la sua lontananza a me fa verno,
Lontan da voi, che del pianeta eterno
Imagin sete, questo cor si dole
5In tenebre vivendo oscure e sole;
E non si leva mai né si nasconde
Sí mesto il sol ne l’onde,
Che non sia cinto di piú fosco orrore
L’infelice mio core;
10Né sí perpetui rivi han gli alti monti
Come i duo caldi e lacrimosi fonti.
Fonti profondi son d’amare vene
Quelli ond’io porto sparso il seno e ’l volto,
È ’nfinito il dolor che dentro accolto
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