< Pagina:Teatro in versi (Giacosa) I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
scena ii. | 41 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Teatro in versi (Giacosa) I.djvu{{padleft:49|3|0]];Oliviero:
- Il mio paggio ha ragione.
- Renato
- Ed eccomi a’ suoi cenni. Mesci ancora, Fombrone.
- Oliviero
- Fosti con lui severo.
- Renato
- Troppo?
- Olivero
- No. Anch’io soventi,
- Ebbi a fargli rimbrotto, e con acerbi accenti;
- Ma è così bello il roseo confidar nel futuro,
- Chi ignora i disinganni! Renato, è così puro!
- La gioia è così piena dentro quell’occhio nero!
- Così lucente, sotto quel crin folto, il pensiero!
- Ed io lo vidi all’opera, e lo so forte ed audace.
- Quel suo animo baldo e leale mi piace,
- E mi ricorda i giorni della mia giovinezza.
- Renato
- (fra sè)
- Come sfida la morte con eroica fermezza!
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.