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Atto terzo, Scena seconda 97

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  Calibano.
  Ahimè, si burla
di me? Lo lascerai dire, o signore?

  Trinculo.
  Ti ha chiamato signore: si è mai visto un
mostro così ingenuo?

  Calibano.
Ahimè, di nuovo, ahimè: mordilo fino
a che ne muoia, te ne prego.

  Stefano.
  Trinculo, cerca di aver in bocca una buona
lingua, se non vuoi conoscere il primo albero
come ribelle! Il povero mostro è mio suddito
e io non permetterò che sia insultato.

  Calibano.
  Grazie,
mio nobile signore. Vuoi tu ancora
udire che ti ho già narrato?

  Stefano.
  Ma certo: mettiti in ginocchio e ripeti la
tua storia. Starò in piedi, con Trinculo, ad
ascoltarti.
Entra Ariele invisibile.

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