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Atto terzo, Scena seconda 103

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  Stefano.
  Dammi la mano: mi dispiace di averti pic-
chiato. Ma finchè vivi, trattieni la lingua.

  Calibano.
  Fra mezz’ora
si sarà addormentato: hai deciso
di ucciderlo?

  Stefano.
  In parola mia d’onore.

  Ariele.
  Lo dirò al mio padrone!

  Calibano.
Tu mi rendi felice, io sono pieno
di gioia: ci vogliamo divertire.
Volete un po’ riprendere quel canto
che poco fa mi insegnavate?

  Stefano.
  Voglio accordarti tutto quel che mi chiedi,
mostro: tutto quanto, tutto. Vieni qua, Trin-
culo, cantiamo.
Canzoniamoli e snidiamoli,
sì, snidiamoli e canzoniamoli:
il pensiero è libero....

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