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Atto terzo, Scena terza 113

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ti hanno privato ed ora con mia voce
proclaman che una lenta ed incessante
rovina, peggio d’ogni morte — almeno
questa d’un colpo uccide — a passo a passo
voi seguirà per ogni vostra impresa.
Nè per salvarvi contro i loro sdegni
che, in questa desolata isola, sopra
di voi si verseranno, avrete scampo
se non nel pentimento e in una vita
pura!
Svanisce.

  Prospero.
da sè
  Bravo Ariele! Questa arpia
hai ben rappresentato. Avevi, in vero,
un aspetto vorace e in quel che hai detto
non una delle istruzioni mie
ti sei dimenticato. I subalterni
miei ministri, hanno anch’essi recitato
le loro parti con precisione
singolare e vivezza grande. Agiscono
ora gl’incanti e questi miei nemici
sono presi nel laccio della loro
demenza e sono in mio potere. Intanto
alle lor febbri gli abbandono e torno
dal giovin Ferdinando, che annegato
credono, e da mia figlia a entrambi cara.
Exit.

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