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Atto primo, Scena seconda 29

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  Calibano.
di dentro.
  C’è abbastanza
legno qua dentro.

  Prospero.
  Vieni qua ti dico.
C’è ben altro da fare. Vieni dunque,
testuggine.
Rientra Ariele in costume di ninfa.
  O gentil vista! O mio dolce
Ariele, m’ascolta in un orecchio.
Gli parla all’orecchio.

  Ariele.
Sarà fatto, o signore.

  Prospero.
  O velenoso
Schiavo che fece il diavolo all’infame
tua madre, vieni qui!
Entra Calibano.

  Calibano.
  Che una rugiada
malefica qual mai mia madre trasse
con la penna di un corvo da palude
putrida, cada sopra voi. Che il vento
d’Oriente v’investa e vi ricopra
di pustole ambedue!

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