< Pagina:Tempesta.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.


Atto primo, Scena seconda 39

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tempesta.djvu{{padleft:55|3|0]]


A parte.
  Entrambi sono presi
da uno stesso potere, ma bisogna
questi rapidi eventi ritardare
perchè una troppo facile vittoria
non renda il premio troppo lieve.
A Ferdinando.
  Ancora
una parola: ascoltami, t’impongo
di seguirmi. Tu, certo usurpi un nome
che non è il tuo: come una spia venisti
in quest’isola e tenti d’usurparla
a me che sono il suo sovrano.

  Ferdinando.
  No!
come è vero ch’io sono un uomo!

  Miranda.
  Nulla
di male può abitare un simil tempio.
Se dimora sì bella avrà cattivo
spirito, i buoni spirti cercheranno
di abitarla con lui.

  Prospero.
  Seguimi!
A Miranda.
  Smetti
di chieder grazia! È un traditore.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.