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42 la tempesta

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  Prospero.
  Or dunque, andiamo.
Obbedisci! I tuoi nervi son di nuovo
in infanzia e non hanno più vigore.

  Ferdinando.
Ed infatti è così! Tutti i pensieri
come in un sogno son paralizzati.
La morte di mio padre, la stanchezza
ch’io sento, e quella perdita di tutti
gli amici miei, per fino le minacce
di quest’uomo a cui sono sottomesso,
saranno lievi cose a me se dalla
mia prigione potrò solo una volta
al giorno, contemplar questa fanciulla.
La libertà tenga ogni più riposto
angolo della terra: in tal prigione
avrò spazio bastante.

  Prospero.
da sè.
  Bene!
A Ferdinando.
  Andiamo!
Da sè.
Buon Ariele, ben oprasti!
A Ferdinando.
  Andiamo!
Ad Ariele.
Ascolta quel che devi fare.

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