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CINO DA PISTOIA

61 (A Dante, in morte di Beatrice)

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A
VVEGNA ch’io non aggia più per tempo

Per voi richiesto Pïetate e Amore
  Per confortar la vostra grave vita,
  Non è ancor sì trapassato il tempo,
  5Che ’l mio sermon non trovi il vostro core
  Piangendo star con l’anima smarrita
  Fra sè dicendo: ‘ Già serai in ciel gita,
  Beata gioia, com’ chiamava il nome! ’
  Lasso! quando e come
  10Vedervi potrò io visibilmente,
  Sì che ancora a presente
  Vi posso fare di conforto aita?
  Dunque m’udite, poi ch’io parlo a posta
  D’Amor, a li sospir ponendo sosta.
  15Noi provamo che ’n questo cieco mondo
  Ciascun si vive in angosciosa noia,
  Chè in ogni avversità ventura ’l tira:
  Beata l’alma che lassa tal pondo
  E va nel ciel ov’è compiuta gioia,
  20Gioioso il cor for di corrotto e d’ira!
  Or dunque di che il vostro cor sospira,
  Che rallegrar si de’ del suo migliore?
  Chè Dio nostro signore
  Volle di lei, come avea l’angel detto,
  25Fare il cielo perfetto:
  Per nova cosa ogni santo la mira,
  Ed ella sta dinanzi a la Salute,
  Ed in ver lei parla ogni Virtute.
  Di che vi stringe ’l cor pianto ed angoscia,
  30Chè dovresti d’amor sopraggioire.


111

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