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FRANCESCO PETRARCA

  Così caldo, vermiglio, freddo e bianco,
  Or tristo or lieto, infin qui t’ho condutto
  120Salvo, ond’io mi rallegro, benchè stanco.’
  Ed io: ‘ Madonna, assai fora gran frutto
  Questo d’ogni mia fè, pur ch’io ’l credessi ’;
  123Dissi tremando, e non col viso asciutto.
  ‘ Di poca fede! or io, se nol sapessi,
  Se non fosse ben ver, perchè ’l direi? ’
  126Rispose; e ’n vista parve s’accendessi.
  ‘ S’al mondo tu piacesti agli occhi miei,
  Questo mi taccio; pur quel dolce nodo
  129Mi piacque assai ch’intorno al cor avei:
  E piacemi ’l bel nome, se ’l ver odo,
  Che lunge e presso col tuo dir m’acquisti;
  132Nè mai ’n tuo amor richiesi altro che modo.
  Quel mancò solo; e mentre in atti tristi
  Volei mostrarmi quel ch’io vedea sempre,
  135II tuo cor chiuso a tutto ’I mondo apristi.
  Quinci ’l mio gelo, ond’ancor ti distempre:
  Che concordia era tal dell’altre cose,
  138Qual giunge Amor, pur ch’onestate il tempre.
  Fur quasi eguali in noi fiamme amorose,
  Almen poich’io m’avvidi del tuo foco;
  141Ma l’un l’appalesò, l’altro l’ascose.
  Tu eri di mercè chiamar già roco,
  Quand’io tacea; perchè vergogna e tema
  144Facean molto desir parer sì poco.
  Non è minor il duol perch’altri ’l prema,
  Nè maggior per andarsi lamentando:
  147Per fizïon non cresce il ver nè scema.
  Ma non si ruppe almen ogni vel quando
  Sola i tuoi detti te presente accolsi,
  150Dir più non osa il nostra amor, cantando?

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