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JACOPO SANNAZARO

  A la tua sacra tomba,
  55E voti di bifolchi ognor vedrai,
  Tal che in ogni stagione,
  Quasi nuova colomba,
  Per bocche de’ pastor volando andrai;
  Nè verrà tempo mai
  60Che ’l tuo bel nome estingua,
  Mentre serpenti in dumi
  Saranno e pesci in fiumi.
  Nè sol vivrai nella mai stanca lingua,
  Ma per pastor diversi
  65In mille altre sampogne e mille versi.
  Se spirto alcun d’amor vive fra voi,
  Quercie frondose e folte,
  Fate ombra alle quïete ossa sepolte.


GALEAZZO DI TARSIA

147 Sonetto
c. 1450-†1513?

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G
IÀ corsi l’Alpi gelide e canute,

Mal fida siepe a le tue rive amate;
  Or sento, Italia mia, l’aure odorate,
  4E l’äer pien di vita e di salute.
  Quante m’ha dato Amor, lasso! ferute,
  Membrando la fatal vostra beltate,
  Chiuse valli, alti poggi ed ombre grate,
  8Da’ ciechi figli tuoi mal conosciute!
  O felice colui che un breve e colto
  Terren fra voi possiede, e gode un rivo,
  11Un porno, un antro, e di fortuna un volto!
  Ebbi i riposi e le mie paci a schivo
  (O giovanil desio fallace e stolto!);
  14Or vo piangendo che di lor son privo.

1066 O 209

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