< Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:237|3|0]]

BERNARDO TASSO

  Avete, e senza affanno alcun la vita;
  Voi non noiosa squilla
  Ad altrui danni invita,
  100Ma, senza guerra mai, pace infinita.
  Vita gioiosa e queta,
  Quanto t’invidio così dolce stato!
  Chè quel, che in te s’acqueta,
  Non solo è fortunato,
  105Ma veramente si può dir beato.


173 Sonetto

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:237|3|0]]

(Per le nozze di Ginevra Malatesta)

P
OI che la parte men perfetta e bella

Ch’al tramontar d’un dì perde il suo fiore,
  Mi toglie il cielo, e fanno altrui signore,
  4Ch’ebbe più amica e grazïosa stella;
  Non mi togliete voi l’alma, ch’ancella
  Fece la vista mia del suo splendore:
  Quella parte più nobile e migliore,
  8Di cui la lingua mia sempre favella.
  Amai questa beltà caduca e frale
  Come immagin dell’altra eterna e vera,
  11Che pura scese dal più puro cielo:
  Questa sia mia: e d’altri l’ombra e ’l velo;
  Ch’al mio amor, a mia fe’ salda ed intera
  14Poca mercè saria pregio mortale.


237

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:237|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.