< Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:277|3|0]]

TORQUATO TASSO

214 vi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:277|3|0]]

S
POSA regal, già la stagion ne viene

Che gli accorti amatori a’ balli invita,
  E ch’essi a’ rai di luce alma e gradita
  4Vegghian le notti gelide e serene.
  Del suo fedel già le secrete pene
  Ne’ casti orecchi e di raccôrre ardita
  La verginella, e lui tra morte e vita
  8Soave inforsa e ’n dolce guerra il tiene.
  Suonano i gran palagi e i tetti adorni
  Di canto; io sol di pianto il carcer tetro
  11Fo risonar. Questa è la data fede?
  Son questi i miei bramati alti ritorni?
  Lasso! dunque prigion, dunque feretro
  14Chiamate voi pietà, Donna, e mercede?


215 vii

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:277|3|0]]

S
CIPIO, o pietade è morta od è bandita

De’ regi petti, e nel celeste regno
  Tra’ divi alberga e prende il mondo a sdegno,
  4O fia la voce del mio pianto udita.
  Dunque la nobil fè sarà schernita
  Ch’è di mia libertà sì nobil pegno,
  Nè fine avrà mai questo strazio indegno
  8Che m’inforsa così tra morte e vita?
  Questa è tomba de’ vivi ov’io son chiuso
  Cadavero spirante, e si disserra
  11Solo il carcer de’ morti: oh divi, oh cielo!
  S’opre d’arte e d’ingegno, amore e zelo
  D’onore han premio o ver perdono in terra,
  14Deh! non sia, prego, il mio pregar deluso.


277

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:277|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.