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GABRIELLO CHIABRERA

  42Lunge sonaro i lidi.
  Così leon, s’a la crudel nudrice
  Non più suggendo il petto,
  45Ha di provar diletto
  Fra greggi il dente e l’unghia scannatrice,
  Tosto di sangue ha piene
  48Le Mauritane arene.
  Ma com’avvien, che s’Orïon si gira,
  Diluvïosa stella,
  51Benchè mova procella,
  Ella pur chiara di splendor s’ammira,
  Tal ne’ campi funesti
  54D’alta beltà splendesti.
  Or segui, invitto, e con la nobil spada
  Risveglia il cantar mio;
  57Fra tanto, ecco io t’invio
  Mista con biondo mel dolce rugiada;
  Fanne conforto al core
  60Fra ’l sangue e fra ’l sudore.


226 (A Ferdinando I)

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Q
UANDO il pensiero umano

Misura sua possanza
  Caduca o frale, ei sbigottisce e teme;
  Ma se di Dio la mano,
  5Che ogni potere avanza,
  Ei prende a riguardar, cresce la speme:
  Ira di mar, che freme
  Per atroce tempesta,
  Ferro orgoglioso, che le squadre ancida,
  10Non turba e non arresta
  Vero ardimento, che nel ciel confida.


287

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