< Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:310|3|0]]

FRANCESCO DI LEMENE

  F.     L’ascondo in sen per appressarlo al core.
  V.     Pur ti ritrovo, Amor. Or mi rispondi:
  Dov’è il mio pomo d’oro?
  A.                                                Io non lo so.
  V.     No no, non mel negar, so che tu l’hai.
  A.     Possa morir s’io l’ho.
  V.     Prendi questa guanciata!
  F.                                                Ohimè, che fai?
  V.     Prendi quest’altra!
  A.                                      Ahi, Ahi!
  F.     Deh, Ciprigna, non più!
  Prendi il tuo pomo.
  V.                                        Onde l’avesti tu?
  F.     Pur or (ma deh! perdona) Amor mel diè.
  V.     Gran bugiardel che sei!
  Ma rispondi; perchè,
  Perchè per darlo a lei
  L’hai tu furato a me?
  Di’ su. Cessa dal pianto. Omai favella.
  A.     Perchè Filli di te mi par più bella.
  V.     Dunque dovrò sentire
  Che di me sia più bella altra beltade?
  Filli di me più bella! Or di’ perchè
  Sia più bella di me?
  A.                                        Nol vorrei dire.
  V.     Dillo, che temi tu?
  A.                                      Temo guanciate.
  V.     Dillo senza temer. Perchè di lei
  Men bella ti sembr’io?
  A.                                             Dir nol vorrei.
  V.     Finiscilà! Chè se . . .
  A.                                             Non men di quella
  Bella sei, ma gran tempo è che sei bella.

310

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:310|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.