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EUSTACHIO MANFREDI

  Nel bel consiglio che vi guida ai chiostri;
  10Ma perchè i sensi nostri
  Son ciechi incontro al vero,
  Non lesse uman pensiero
  Ciò che dicean que’ santi lumi accesi.
  Io gli vidi e gl’intesi,
  15Merce di chi innalzommi, e dirò cose
  Note a me solo, ed al vulgo ignaro ascose.
  Quando piacque a Natura
  Di far sue prove estreme
  Nell’ordir di vostr’alma il casto ammanto,
  20Ella ed Amor si consigliaro insieme,
  Sì’ come in opra di comune onore,
  Maravigliando pur di poter tanto.
  Crescea il lavoro intanto
  Di lor speme maggiore,
  25E col lavoro al par crescea la cura,
  Fin che l’alta fattura
  Piacque all’anima altera,
  La qual pronta e leggera
  Di mano a Dio, lui ringraziando, uscía,
  30E raccogliea per via,
  Di questa spera discendendo in quella,
  Ciò ch’arde di più puro in ogni stella.
  Tosto che vide il mondo
  L’angelica sembianza
  35Che avea l’anima bella entro il bel velo:
  ‘ Ecco,’ gridò, ‘ la gloria e la speranza
  Dell’età nostra: ecco la bella immago
  Sì lungamente meditata in cielo.’
  E in ciò dire ogni stelo
  40Si fea più verde e vago,
  E l’aer più sereno e più giocondo.

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