< Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:326|3|0]]

EUSTACHIO MANFREDI

  75Ben voi stesse il sapete,
  Luci beate e liete,
  Ch’io vidi or sovra me volgendo altere
  Guardar vostro potere,
  Or di pietate in dolce atto far mostra,
  80Senza discender dalla gloria vostra.
  O lenta, e male avvezza
  In alto a spiegar l’ale,
  Umana vista! o sensi infermi e tardi!
  Quanto sopra del vostro esser mortale
  85Alzar poteavi ben inteso un solo
  Di que’ soavi innamorati sguardi!
  Ma il gran piacer codardi
  Vi fece al nobil volo,
  Che avvicinar poteavi a tanta altezza;
  90Chè nè altrove bellezza
  Maggior sperar poteste,
  Folli, e tra voi diceste,
  Quella mirando allor presente e nova:
  ‘ Qui di posar ne giova,
  95Senza seguir la scorta del bel raggio ’:
  Qual chi per buon soggiorno oblia il viaggio.
  Vedete or come accesa
  D’alme faville e nove
  Costei corre a compir l’alto disegno!
  100Vedi, Amor, quanta in lei dolcezza piove,
  Qual si fa il Paradiso, e qual ne resta
  II basso mondo, che di lei fu indegno!
  Vedi il beato regno
  Qual luogo alto le appresta,
  105E in lei dal cielo ogni pupilla intesa
  Confortarla all’impresa;
  Odi gli spirti casti

326

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:326|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.