< Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:370|3|0]]

VITTORIO ALFIERI

  Così ha provvisto il nobil conte al come
  Ciascun de’ suoi rampolli un giorno onori
  63D’alloro pari al suo le illustri chiome.
  Educandi, educati, educatori
  Armonizzando in sì perfetta guisa,
  66Tai ne usciam poscia Italici Signori,
  Frigio-Vandala stirpe, irta e derisa.


14 (A Dante)

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:370|3|0]]

‘O
GRAN padre Alighier, se dal ciel miri

Me tuo discepol non indegno starmi,
  Dal cor traendo profondi sospiri,
  4Prostrato innanzi a’ tuoi funerei marmi;
  Piacciati, deh! propizio ai be’ desiri
  D’un raggio di tua luce illuminarmi.
  Uom, che a primiera eterna gloria aspiri,
  8Contro invidia e viltà dee stringer l’armi? ’
  ‘ Figlio, io le strinsi, e assai men duol; ch’io diedi
  Nome in tal guisa a gente tanto bassa
  11Da non pur calpestarsi co’ miei piedi.
  Se in me fidi, il tuo sguardo a che si abbassa?
  Va, tuona, vinci: e, se fra piè ti vedi
  14Costor, senza mirar, sovr’essi passa.’

370

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:370|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.