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ALESSANDRO MANZONI

  177Di quel securo il fulmine
  Tenea dietro al baleno;
  Scoppiò da Scilla al Tanai,
  180Dall’uno all’altro mar.
  Fu vera gloria? Ai posteri
  L’ardua sentenza: nui
  183Chiniam la fronte al Massimo
  Fattor, che volle in lui
  Del creator suo spirito
  186Più vasta orma stampar.
  La procellosa e trepida
  Gioia d’un gran disegno,
  189L’ansia d’un cor che indocile
  Serve, pensando al regno;
  E il giunge, e tiene un premio
  192Ch’era follia sperar;
  Tutto ei provò: la gloria
  Maggior dopo il periglio,
  195La fuga e la vittoria,
  La reggia e il tristo esiglio:
  Due volte nella polvere,
  198Due volte sull’altar.
  Ei si nomò: due secoli,
  L’un contro l’altro armato,
  201Sommessi a lui si volsero,
  Come aspettando il fato;
  Ei fe’ silenzio, ed arbitro
  204S’assise in mezzo a lor.
  Ei sparve, e i dì nell’ozio
  Chiuse in sì breve sponda,
  207Segno d’immensa invidia
  E di pietà profonda,
  D’inestinguibil odio

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