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ALESSANDRO MANZONI

  210E d’indomato amor.
  Geme sul capo al naufrago
  L’onda s’avvolve e pesa,
  213L’onda su cui del misero,
  Alta pur dianzi e tesa,
  Scorrea la vista a scernere
  216Prode remote invan:
  Tal su quell’alma il cumulo
  Delle memorie scese!
  219Oh quante volte ai posteri
  Narrar sè stesso imprese,
  E sull’eterne pagine
  222Cadde la stanca man!
  Oh quante volte, al tacito
  Morir d’un giorno inerte,
  225Chinati i rai fulminei,
  Le braccia al sen conserte,
  Stette, e dei dì che furono
  228L’assalse il sovvenir!
  E ripensò le mobili
  Tende, e i percossi valli,
  231Il lampo de’ manipoli,
  E l’onda dei cavalli,
  E il concitato imperio,
  234E il celere ubbidir.
  Ahi! forse a tanto strazio
  Cadde lo spirto anelo,
  237E disperò; ma valida
  Venne una man dal cielo,
  E in più spirabil aere
  240Pietosa il trasportò:
  E l’avviò, pei floridi
  Sentier della speranza,


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