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GIACOMO LEOPARDI

  75Serse per l’Ellesponto si fuggia,
  Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
  E sul colle d’Antela, ove morendo
  Si sottrasse da morte il santo stuolo,
  Simonide salia,
  80Guardando l’etra e la marina e il suolo.
  E di lacrime sparse ambe le guance,
  E il petto ansante, e vacillante il piede,
  Toglieasi in man la lira:
  ‘ Beatissimi voi,
  85Ch’offriste il petto alle nemiche lance
  Per amor di costei ch’al Sol vi diede;
  Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
  Nell’armi e ne’ perigli
  Qual tanto amor le giovanette menti,
  90Qual nell’acerbo fato amor vi trasse?
  Come sì lieta, o figli,
  L’ora estrema vi parve, onde ridenti
  Correste al passo lacrimoso e duro?
  Parea ch’a danza e non a morte andasse
  95Ciascun de’ vostri, o a splendido convito:
  Ma v’attendea lo scuro
  Tartaro, e l’onda morta;
  Nè le spose vi fôro o i figli accanto
  Quando sull’aspro lito
  100Senza baci moriste e senza pianto.
  Ma non senza de’ Persi orrida pena
  Ed immortale angoscia.
  Come lïon di tori entro una mandra
  Or salta a quello in tergo e sì gli scava
  105Con le zanne la schiena,
  Or questo fianco addenta or quella coscia:
  Tal fra le Perse torme infurïava

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