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GIACOMO LEOPARDI
315 | Il Sabato del Villaggio |
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In sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di vïole,
5Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Sulla scala a filar la vecchierella,
10Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
15Ch’ebbe compagni dell’età più bella.
Già tutta l’aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
Già da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
20Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta,
I fanciulli gridando
25Sulla piazzuola in frotta,
E quà e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
30E seco pensa al dì del suo riposo.
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