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ALEARDO ALEARDI
Oh Meloria! Meloria! — Allor che in prima
Quel tuo passando vidi
Cimitero d’Atridi,
35Sopra il navil che mi träeva, io piansi
Una lagrima amara. Era di notte:
Un vel copría di languide tenèbre
L’isolotto funèbre:
Quando m’apparve sovra il bruno mare
40Un galleggiar di bare;
E quinci un uscir d’ombre
A pugnare implacabili, e le spiaggie
Di cadaveri ingombre,
E il flutto che frangevasi alle arene
45Mandava un suono come di catene . . .
Ma venner, Pisa, i giorni
D’espïazione; ed or le capre l’erba
Brucano nella tua piazza superba;
E fin quando t’adorni
50Tutta di lumi in festa genïale,
Rassomigli a una pompa funerale.
vi
Mentre nell’ombra l’ispide contrade
Del fëudal straniero
Giaceano avvolte, e pochi vïolenti
Spartiansi i campi d’un immenso e scarno
5Vulgo con la ragion del masnadiero,
Col dritto delle spade,
Col terror dei patiboli, fiorenti
Erano di famose arti le folte
Città repubblicane,
10Come sciame d’industri api negli orti
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