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GlOSUÈ CARDUCCI

341 Alla Stazione in una mattina
d’autunno

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O
H quei fanali come s’inseguono

Accidïosi là dietro gli alberi,
  Tra i rami stillanti di pioggia
  4Sbadigliando la luce su ’l fango!

  Flebile, acuta, stridula fischia
  La vaporiera da presso. Plumbeo
  Il cielo e il mattino d’autunno
  8Come un grande fantasma n’è intorno.

  Dove e a che move questa, che affrettasi
  A carri fòschi, ravvolta e tacita
  Gente? A che ignoti dolori
  12O tormenti di speme lontana?

  Tu pur pensosa, Lidia, la tessera
  Al secco taglio dài de la guardia,
  E al tempo incalzante i begli anni
  16Dài gl’instanti gioiti e i ricordi.

  Van lungo il nero convoglio e vengono
  Incappucciati di nero i vigili,
  Com’ombre; una fioca lanterna
  20Hanno, e mazze di ferro: ed i ferrei

  Freni tentati rendono un lugubre
  Rintòcco lungo: di fondo a l’anima
  Un eco di tedio risponde
  24Doloroso, che spasimo pare.

524

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