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GIOSUÈ CARDUCCI

O cuor de’ cuori, sopra quest’urna che freddo ti chiude
Odora e tepe e brilla la primavera in fiore.

O cuor de’ cuori, il sole divine padre ti avvolge
48De’ suoi raggianti amori, povero muto cuore.

Fremono freschi i pini per l’aura grande di Roma:
Tu dove sei, poeta del liberato mondo?

Tu dove sei? M’ascolti? Lo sguardo mio umido fugge
52Oltre l’aurelïana cerchia su ’l mesto piano.


343

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                    . . . dulcis vitae exsortem . . .
                              Abstulit atra dies et funere mersit acerbo.

O
TU che dormi là su la fiorita

Collina tosca, e ti sta il padre a canto;
  Non hai tra l’erbe del sepolcro udita
  4Pur ora una gentil voce di pianto?
  È il fanciulletto mio, che a la romita
  Tua porta batte: ei che nel grande e santo
  Nome ti rinnovava, anch’ei la vita
  8Fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.
  Ahi no! giocava per le pinte aiole,
  E arriso pur di visïon leggiadre
  11L’ombra l’avvolse ed a le fredde e sole
  Vostre rive lo spinse. Oh giù nell’adre
  Sedi accoglilo tu, chè al dolce sole
  14Ei volge il capo ed a chiamar la madre.

528

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