< Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:60|3|0]]

GUITTONE D'AREZZO

  Altezza tanta in la sfiorata Fiore
  Fu, mentre ver se stessa era leale,
  Che riteneva modo imperiale
  Acquistando per suo alto valore
  20Province e terre, presso e lungo, mante;
  E sembrava che far volesse impero,
  Sì come Roma già fece, e leggero
  Gli era, ciascun non contrastante.
  E ciò gli stava ben certo a ragione,
  25Chè non se ne penava a suo prò tanto
  Come per ritener giustizia e poso:
  E poi fulli amoroso
  Di far cïò, si trasse avanti tanto,
  Ch’al mondo non è canto
  30U’ non sonasse il pregio del Leone.
  Leone, lasso! or non è, ch’io lo veo
  Tratto l’unghie e li denti e lo valore,
  E ’l gran lignaggio suo morto a dolore
  Ed in crudel prigion messo a gran reo!
  35E ciò gli ha fatto chi? quelli che sono
  Della gentil sua schiatta stratti e nati,
  Che fur per lui cresciuti ed avanzati
  Sovra tutt’altri e collocati in bono.
  E per la grande altezza ove gli mise
  40Innantir sì, che ’l piegâr quasi a morte.
  Ma Dio di guerigion feceli dono
  Ed e’ fè lor perdono;
  Ed anche il rifedir poi, ma ’l fu forte
  E perdonò lor morte:
  45Or hanno lui e sue membra conquiso.
  Conquiso è l’alto Comun fiorentino,
  E col Sanese in tal modo ha cangiato,
  Che tutta l’onta e lo danno, che dato

60

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|The Oxford book of Italian verse.djvu{{padleft:60|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.