< Pagina:Tommaso Moro.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
2 TOMMASO MORO.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tommaso Moro.djvu{{padleft:12|3|0]]

E s’io il salvassi? E s’amicarlo a mia
Causa potessi?


SCENA II.


ALFREDO e Detta.


ANNA

Alfredo, tu?

ALFREDO

Regina,
Uop’è che porgi a mie preghiere ascolto.

ANNA

Onde affannato?

ALFREDO

Alle mie antiche labbra
Spetta parlarti il vero, Anna Bolena.
Te tradiscono i più, te i più adulando
Vantano inimitabile nel senno
E nella gloria, perché in trono alzata
Accanto a se ti volle Arrigo ottavo.
Niun più di me del tuo splendor gioia,
Niun più di me che a’ tuoi parenti amico
Sin da’ miei giovenili anni ho vissuto;
Che te tra i figli miei crescer vedea;
Che te quasi mia figlia amo, e di tanta
Grazia del re, mio sir, vo debitore
All’amor tuo. Ma libera non posso
Da gravi rischi riputarti.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.