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Non potrei di linguaggio anzi ad Arrigo.

Menzognere lusinghe e sventurate
Passïoni v’acciecano. Riforma
Non è questa che oprate; ell’è implacata
Guerra a color che contraddirvi osaro,
Quando a voi disgradò dell’infelice
Caterina l’amor; quando l’amore
D’Anna (ahi ben più infelice dell’espulsa!)
Troppo del vostro core ebbe trionfo.
ARRIGO
Non proseguir. Così rimerti, ingrato,
D’Anna gli uffici generosi?
MORO
Onore
Alla pietà di questa donna! onore
All’amistà che conservar degnossi
A mia mesta famiglia! onore al suo
Di concordia desìo! ma i pregi molti
Di quell’alma gentil non mi trarranno
Neppur seco ad infingere.
ANNA
Ahimè! vana
Stata non sia mia intenzïon di pace
Fra il re, mio sir, e un suddito che tante
Virtù illustraro. Questa pace è il voto
Di sì buon re, d’ogni Britanno e il mio.
Deh, Moro, il voto tuo pur non sarebbe?
MORO
Sì, magnanima, sì. Mio voto ardente
È
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