< Pagina:Tommaso Moro.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Non potrei di linguaggio anzi ad Arrigo.
- Menzognere lusinghe e sventurate
- Passïoni v’acciecano. Riforma
- Non è questa che oprate; ell’è implacata
- Guerra a color che contraddirvi osaro,
- Quando a voi disgradò dell’infelice
- Caterina l’amor; quando l’amore
- D’Anna (ahi ben più infelice dell’espulsa!)
- Troppo del vostro core ebbe trionfo.
- ARRIGO
- Non proseguir. Così rimerti, ingrato,
- D’Anna gli uffici generosi?
- MORO
- Onore
- Alla pietà di questa donna! onore
- All’amistà che conservar degnossi
- A mia mesta famiglia! onore al suo
- Di concordia desìo! ma i pregi molti
- Di quell’alma gentil non mi trarranno
- Neppur seco ad infingere.
- ANNA
- Ahimè! vana
- Stata non sia mia intenzïon di pace
- Fra il re, mio sir, e un suddito che tante
- Virtù illustraro. Questa pace è il voto
- Di sì buon re, d’ogni Britanno e il mio.
- Deh, Moro, il voto tuo pur non sarebbe?
- MORO
- Sì, magnanima, sì. Mio voto ardente
- È
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.