< Pagina:Tommaso Moro.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
- IL SUDDETTO GIUDICE
- Reprimi il tuo sdegno, o sei perduto.
- MORO
- Possibile non è. L’amico mio
- Tu calunnii, Cromwello.
- CROMWELL
- Oblii qual loco
- Venerando sia questo.
- MORO
- Il labbro mai
- De’ giudicanti non mentiavi un giorno;
- E se mentito alcun v’avesso, a lui
- Punitrice tremenda era la legge.
- Ma più non son que’ tempi. Ognun qui veggio
- Dell’udita calunnia vergognarsi,
- E niuno alzar la voce osa a smentirla.
- E pure, in questo compro Parlamento
- Di cui Britannia arrossirà in futuro,
- Siede più d’un, che a’ giorni miei godea
- D’integerrimo fama. Ahi, la paura
- Cotanto dunque su mortali puote?
- CROMWELL
- Scampato dal patibolo, il pentito
- Vegliardo supplicò, ch’a te il suo esempio
- Recato fosse, onde te pure alfine
- Induca a obbedienza.
- MORO
- Obbedienza!
- Quale? Tradire Iddio? Negar la voce
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.