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L’ingratissimo re sia maledetto

Da’presenti e da’posteri! e del pari
Maledetti, o pacifici codardi,
Siate in eterno voi, per la cui rea
Calma i giusti periscon! Me frementi
A che mirate? Io sono, io son la figlia
Di quel Tommaso Moro, a cui fur colpa
Le sue virtù. Non gli assomiglio in tutti
Gl’incliti pregi suoi, ma rea son pure
D’amar la patria e d’amar Dio! son rea
D’esecrare i vigliacchi e negar fede
Al vantato valor d’empie riforme
Santificate da rapine e sangue.
Me pur, me pur date agli sgherri; io merto
Col mio padre morir, io morir voglio
Accanto a lui!
TERZO CITTADINO
Quai detti! Intorno ferve
Tutta la turba. Ah! inutili tumulti
Non eccitiam!
MARGHERITA
Non paventar. Di rabbia
Ferve la turba contro me, che ardisco
Pusillanime dirla e innanzi a Dio
Mallevadrice d’assassinio tanto!
A nobil pazïenza avezzi troppo
Oggi sono i Britanni. Alcuno un brando
Non alzerebbe ad impedir la morte
D’un innocente cittadin, che tutta
A magnanimo oprar volse la vita!
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