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326 inni sacri

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Qual se, tornando al tepido
Nido con l’esca usata,
Cadde percossa tortora
Per l’aria insanguinata;
E all’improvviso strepito
Udì fermarsi il volo;
Trema l’imbelle stuolo
Dei non pennuti ancor....

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Siccome augei che pavidi,
Chiusi nell’alte fronde,
L’alata madre chiamano,
Che al grido non risponde
.     .     .     .     .     .     .     .     .     
.     .     .     .     .     .     .     .     .     
.     .     .     .     .     .     .     .     .     
.     .     .     .     .     .     .     .     .     

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Con questo cuor [Mesto così] degli undici
  Il vedovo drappello
  Giva in quei giorni a chiudersi
  Nell’ignorato [Nel solitario] ostello.
  Qual era il tuo principio,
  Sposa immortal di Dio!
  Timor, silenzio, obblio,
  E inoperoso duol.


La magnifica strofa: Come la luce rapida... è costata molto lavoro. Da prima il Manzoni scrisse:

Felici turbe, in Solima
  Nel sacro dì venute,
  Che in sermon vario udirono
  Il Buon della salute;
  E al gran principio attonite,
  Pensar che in ogni lido
  Risonerebbe il grido
  Che da quel loco uscì.


Poi, cercò d’esprimere l’effetto della discesa dello Spirito sui popoli con una similitudine, che ritentata lasciò da ultimo a mezza strada:

Tale il pastor d’Elvezia,
Col gregge errando in volta,
Ad or ad or lo strepito
D’acque sorgenti ascolta....
Tal nell’alpestre Elvezia
Talor s’arresta il vago
Pastor, là dove il Rodano
Esce dal freddo lago....
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