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326 | inni sacri |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie, inni sacri e odi.djvu{{padleft:356|3|0]]{| |
- Qual se, tornando al tepido
- Nido con l’esca usata,
- Cadde percossa tortora
- Per l’aria insanguinata;
- E all’improvviso strepito
- Udì fermarsi il volo;
- Trema l’imbelle stuolo
- Dei non pennuti ancor....
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- Siccome augei che pavidi,
- Chiusi nell’alte fronde,
- L’alata madre chiamano,
- Che al grido non risponde
- . . . . . . . . .
- . . . . . . . . .
- . . . . . . . . .
- . . . . . . . . .
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Con questo cuor [Mesto così] degli undici |
La magnifica strofa: Come la luce rapida... è costata molto lavoro. Da prima il Manzoni scrisse:
Felici turbe, in Solima |
Poi, cercò d’esprimere l’effetto della discesa dello Spirito sui popoli con una similitudine, che ritentata lasciò da ultimo a mezza strada:
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