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urania 393

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  170Di tutti i mali andar curvata e cieca
  L’umana stirpe: del rapito foco
  Piena gli parve la vendetta; e a l’ira
  Spuntate avea l’acri saette il tempo.
  Alfin più mite ne l’eterno senno
  175Consiglio il Padre accolse, ed, Assai, disse,
  E troppo omai le Dire empio governo
  Fer de la terra; assai ne’ petti umani
  Commiser d’odj, e volser prone al peggio
  Le mortali sentenze. Di felici
  180Genj una schiera al Dio facea corona,
  Inclita schiera di Virtù (chè tale
  Suona qua giù lor nome). A questi in pria
  Scorrer la terra e perseguir le crude
  De l’uom nemiche ed a più miti voglie
  185Ricondur l’infelice, impose il Dio.
  Al basso mondo ove la luce alterna,
  Sceser gli spirti obbedienti, e tutto
  Ricercarlo, ma in van; chè non levossi
  A tanto raggio de’ mortali il guardo;
  190E di Giove il voler non s’adempìa.
  Però baldanza a quel voler non tolse
  Difficoltà che a l’impotente è freno,
  Stimolo al forte; essa al pensier di Giove
  Novo propose esperimento. Al desco
  195Del Tonante le Muse una concorde
  Movean d’inni esultanza; inebriate
  Tacean le menti de gli Dei; fe’ cenno
  Ei la destra librando; e la crescente
  Del volubile canto onda ristette
  200Improvviso. Raggiò pacato il guardo
  A le Vergini il Padre; e questo ad elle
  D’amor temprato fe’ volar comando,
  Figlie, a bell’opra il mio voler ministre
  Elegge or voi. Non conosciute ancora
  205Errar vedete le Virtù fra i ciechi
  Figli di Pirra: d’amor santo indarno
  Arder tentaro i duri petti, e vinte

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