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atto secondo.—sc. v. | 113 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:118|3|0]]
Detto non hai!
Jefte. Potresti udirlo?
Azaria. Il posso.
Jefte.Io le parlai di te sovente: e il pianto
Talor correale agli occhi: umano core!
Noto mi sei. Quel pianto era (o parea)
Di cor nato a virtù, che abbandonarla
Non vuol.
Azaria. Oh rabbia! e il traditor?
Jefte. Nol vidi.
Se non da tergo.
Azaria. Quando? ove?
Jefte. Sta mane.
Azaria.Qui?
Jefte. No.
Azaria. Fuor della tenda Ester!
Jefte. T’acqueta,
Fuori, sì.
Azaria. Dove?
Jefte. Loco evvi, non lunge,
Ma solingo, appartato, ove ogni via
Manca, e protetto dalla rupe. O l’empio
Che t’insidia la sposa, o un messo infame....
Azaria.Sta mane!
Jefte. Sì.
Azaria. Ma il dì spuntava, e io giunsi.
Jefte.Prima del dì.
Azaria.No, no! truce calunnia
Ti riferian!
Jefte.Non m’odi? io ’l vidi, io stesso;
Che del vicin ritorno tuo recando
L’annuncio a lei, qui non la trovo: ansante
Erro: oltrepasso quella balza: uditi
Forse erano i miei passi: un uom si fugge:
Ester confusa....
Azaria. Che ti disse?
Jefte. Aiuto
A infermo vecchio....