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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:130|3|0]]
Osservisi la legge. — Allor che infida
Al dover suo moglie si crede, e prova
Del misfatto non v’ha, Mosè comanda
Che al geloso consorte un sacro rito
L’indubitabil colpa, o l’innocenza
Mostri dell’accusata.
Ester. Oh ciel!
Jefte. L’amara
Componete, o Leviti, acqua tremenda,
Onde abbevrar si debbe Ester sospetta,
E a cui, se pura è l’alma sua, niun danno;
E, se adultera fia, recherà morte.
Ester.Misera me! Azaria, così rammenti
Ester tua? la sua fè, l’ossequïoso,
Tenero, immenso amore? E creder puoi
Ch’a un tratto scellerata io mi facessi?
Jefte tel dice: ah il cor no, non tel dice!
Azaria.Ester....
Ester. Pietà, ten supplico.
Azaria. Strapparle
Io voglio il ver.
Jefte. Lo indagheresti invano.
A voi, Leviti, io la consegno.
Ester. Aita!
Difendetemi! Sposo!
Azaria. Olà!
Jefte. Svenata
Dal geloso marito esser potrebbe,
Benchè appien forse ella nol merti. Chiusa
Sia nella grotta de’ prigioni: e il rito
Formidabile intanto appresteremo.
Ester.Io chiusa in carcer? preda io di quel mostro?
No.... lasciatemi.... udite.... il fuggitivo
Era.... ohimè lassa!... e il tradirò?
Azaria. Favella:
Il fuggitivo, chi?
Ester. Niuno il persegua:
No, rival tu non hai! Da Jefte il salva,