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10 | francesca da rimini. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:15|3|0]]
Alle pareti; di tuo padre l’asta
E lo scudo conobbe.
Lanciotto. Oh Paolo! Oh mio
Fratello!
Paggio. Ecco a te viene.
SCENA V.
PAOLO e LANCIOTTO si corrono incontro e restano lungamente abbracciati.
Lanciotto. Ah, tu sei desso,
Fratel!
Paolo. Lanciotto! mio fratello! — Oh sfogo
Di dolcissime lagrime!
Lanciotto. L’amico,
L’unico amico de’ miei teneri anni!
Da te diviso, oh, come a lungo io stetti!
Paolo.Qui t’abbracciai l’ultima volta.... Teco
Un altr’uomo io abbracciava; ei pur piangea....
Più rivederlo io non doveva!
Lanciotto. Oh padre!
Paolo.Tu gli chiudesti i moribondi lumi.
Nulla ti disse del suo Paolo?
Lanciotto. Il suo
Figliuol lontano egli moria chiamando.
Paolo.Mi benedisse? — Egli dal ciel ci guarda,
Ci vedo uniti e ne gioisce. Uniti
Sempre saremo d’or innanzi. Stanco
Son d’ogni vana ombra di gloria. Ho sparso
Di Bizanzio pel trono il sangue mio,
Debellando città ch’io non odiava,
E fama ebbi di grande, e d’onor colmo
Fui dal clemente imperador: dispetto
In me facean gli universali applausi.
Per chi di stragi si macchiò il mio brando?
Per lo straniero. E non ho patria forse
Cui sacro sia de’ cittadini il sangue?
Per te, per te che cittadini hai prodi,
Italia mia, combatterò se oltraggio