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atto terzo.—sc. vi. 307

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Misera me! non ondeggiar!
Guidello.                                                  Rimorso
Velenerebbe, o Leonier, tuoi giorni,
Se questa prova rigettando....
Leoniero.                                                  Auberto,
Guidello.... ahi troppo la mia mente scerne
Ne’ detti d’Enzo insidia vil; ma legge
La mente vostra esser mi debbe.
Guidello.                                                  Ah tutto,
Maggior delitto ad impedir, si tenti!
Tutti.Sì, sì!
Auberto.          Ostaggio sol chieggasi.
Leoniero.                                             Fia pago
Il comun voto.
Auberto.                         Oh gioia! o Leoniero!
Possa io del figlio a te dover la vita!


ATTO QUARTO.

Palazzo.


SCENA I.

ENZO, CORRADO, LANDO.


Enzo.Ostaggio qual chieder potean? Suprema
Di senno altezza han soli duo in senato;
Gli altri patrizi, plebe son.
Lando.                                                  Ma pegno
Ir tra quelle feroci alme!
Enzo.                                             T’affidi
La securezza di Corrado. Mezzo
Dell’amico agl’intenti, a perigli altri
Ben più gravi ne gisti, e ingrato, il sai,
Enzo non fu. Come innalzarti al seggio

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