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324 | leoniero da dertona.—atto quinto, sc. ultima. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tragedie (Pellico).djvu{{padleft:329|3|0]]
Auberto e Arrigo. Misero!
Leoniero. Inseguasi il nemico;
Liberate la patria. Io.... tutto feci
Che in me si stava. Questo sangue.... è sangue
D’un mostro.... ma quel mostro era mio figlio!
L’uccisi, e piango, e odiarlo io non potea!
Auberto.Oh virtù!
Leoniero. Auberto, se te un dì aborrii....
Perdona, il cielo men punì. Mio figlio
Svenar dovetti! — Arrigo, — mia Eloisa, —
Voi benedico ancor morendo e i figli
Vostri.... ma se un di lor.... traditor fosse....
Ecco, Arrigo, il pugnale!
Eloisa. Ei muore!
Arrigo. O grande
Spirto! Di raccapriccio e reverenza
Ne lasci invasi. — Oh! d’imitarti mai
Uopo non abbia sulla terra alcuno!