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atto primo. — sc. II, III, IV, V. 389

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Per suà cagion periscon; se mio padre,
Infra i regii ministri il più fedele,
Qual traditore oppresso vien.
Anna.                                                  M’accusa
Il volgo, il so, di queste stragi tutte
E del destino di tuo padre. Ah! credi
Ch’io non son così rea; credi ch’io bramo
E ardentemente cotai grazie imploro
Spesse volte dal re, ch’ei mi ricusa,
Sebben di me amantissimo. Intentata
Pel padre tuo non lascerò una via;
Salvarlo anelo io, sì. Ma secondati
Gl’intenti miei sieno da lui. L’altero
Spirito alquanto innanzi Arrigo ci pieghi.
Margher.Perchè l’altero spirto ei pieghi alquanto,
Deh! m’ottenete ch’io il rivegga. Indarno
Con sì orribile carcer, con sì fera
Solitudin, con barbare minacce,
Domar credete alma gagliarda e pura.
Molcer la può dolcezza; empi rigori
Altro non pòn, che più e più afforzarla.
Anna.Che? di vedere i figli suoi gli è tolto?
Margher.Sì.
Anna.           Per cenno del re? Creder nol posso.
Sarà comando di zelanti audaci;
Sarà comando di Cromwell, che troppa
Autorità s’arroga, ed odïosa
Così fa spesso del suo re la possa.—
Cromwell, sei tu? T’avanza. Odi.


SCENA VI.

CROMWELL e detta.

Cromwell.                                                            Regina.
Anna.Che sento! A Moro in carcere i suoi figli
Pur è tolto abbracciar? Questa barbarie
Il re non volle mai.
Cromwell.                                         Donna...

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